Per
stabilire il metodo attraverso il quale definire se un olio presenta o meno un
difetto ci vollero diversi anni di lavoro e l’organismo che se ne occupò fu il Consiglio
Oleicolo Internazionale (COI). Il COI nacque nel 1959 in seno all’ONU, come
agenzia intergovernativa con il compito assistere i produttori di olio di tutto
il mondo e di promuovere il consumo e la qualità dell’olio.
Nel 1991
fu messo a punto nelle sue grandi linee il metodo attuale di valutazione
sensoriale degli oli di oliva, un metodo attraverso il quale un gruppo di
esperti può determinare in maniera scientifica la presenza di difetti e l’intensità
dei profumi di un olio.
Perché un
olio di oliva possa essere classificato come extra vergine è necessario che il
test non evidenzi alcun difetto e che si rilevi un aroma fruttato di intensità
almeno leggera. L'aroma fruttato di un olio può presentarsi sotto diverse forme. Alcuni oli possono richiamare note erbacee (erba appena tagliata, ecc.), mentre altri possono ricordare profumi di frutta matura, aromi floreali o ortaggi di stagione (come il carciofo). Un olio che non abbia un aroma fruttato di una certa intensità non può essere detto extra vergine.
Curiosità: per percepire l'intensità delle sensazioni di amaro e piccante gli assaggiatori adottano una tecnica piuttosto curiosa, lo strippaggio. Questa tecnica consiste nel posizionare la lingua proprio dietro agli incisivi superiori ed inspirare aria con una certa energia. Si produce così un rumore non proprio elegante e i composti volatili dell'olio entrano in contatto con la parte posteriore della lingua e l'inizio della gola. Sulla parte posteriore della lingua sono posizionati i recettori dell'amaro e all'inizio della gola sarà possibile percepire un tipico pizzicore. Amaro e piccante sono considerati come pregi dell'olio e consolidate esperienze scientifiche suggeriscono che la loro intensità sia direttamente proporzionale al contenuto di polifenoli (antiossidanti) di un olio extra vergine di oliva.
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